In prima persona, il film su Bolle

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Clip dal film. La preparazione dietro le quinte all’Arena di Verona. 

Il 20 novembre il Torino Film Festival ha presentato in anteprima mondiale il film Roberto Bolle. L’arte della Danza, prodotto da Classica e Artedanza srl e distribuito al cinema da Nexo Digital in più di 200 sale. A distanza di un mese affido al mio blog qualche nota di regia e molti ringraziamenti. Avere scritto e diretto questo docufilm sulla tournée 2015 di Roberto Bolle and Friends mi ha confrontato, dopo dodici anni passati in tv come autrice e poi regista della serie di documentari “Danza in Scena”, con una produzione cinematografica. È il mio primo docufilm per il cinema: un’esperienza stimolante che sono certa mi servirà per il mio lavoro futuro di autore e regista.

Un frame dal film: i Friends a Pompei. 

La danza, attraverso il movimento, è comunicazione, mette in condivisione con il pubblico sentimenti, pensieri, visioni. Attraverso la danza, l’artista, che ne è l’interprete, si trasforma in ciò che i balletti incarnano, dando visibilità ai colori dell’animo, alle qualità del sentire che ogni titolo racchiude. Ma non solo. L’artista, danzando, consegna al pubblico anche la risonanza che quei diversi colori, sentimenti, visioni, hanno dentro di lui, rivelandosi agli altri come essere umano. La danza diventa così per il pubblico l’arte che permette di condividere, come collettività, grandi sentimenti ed emozioni, ma anche l’arte che rende partecipi di un racconto più individuale, legato al singolo uomo e danzatore. Ed è un racconto non verbale, esaltato da ciò che la danza è: arte visuale del movimento e della metamorfosi.

Attraverso i dietro le quinte, le lezioni, i singoli pezzi del gala mi sono avvicinata a Roberto, ma anche, e spero che il film lo abbia rivelato, ho voluto mettere in luce il potere comunicativo, universale della danza stessa.

viaggio tra i titoli scelti e danzati da Roberto nel film. Frame_006.Frame dal film. Roberto Bolle a Caracalla. 

Excelsior (di Luigi Manzotti, 1881, nel rifacimento di Ugo Dell’Ara del 1967, con Roberto e Nicoletta Manni) è la grandezza, il virtuosismo, il pezzo che rappresenta nella Milano di fine Ottocento la vittoria del progresso contro il regresso, della civiltà contro l’ignoranza e la paura, della luce contro l’oscurantismo. E’ un balletto che esalta il Roberto pubblico, bello, statuario, magnifico, con il sorriso sul volto, il divo che dà all’arte e alla civiltà il compito di guardare avanti con fiducia nonostante le difficoltà. È anche la danza che incita all’unione tra i popoli, alla liberazione da ogni forma di schiavitù. Di questo parla il passo a due in scena nel tour, che in “Excelsior” avviene nel quadro celebrativo della costruzione del canale di Suez: un passo a due di grande virtuosismo tra un bellissimo schiavo e il personaggio simbolico della Civiltà.

Excelsior. Foto Luciano Romano. 

Opus 100 (di John Neumeier, 1996. Interpreti Roberto Bolle e Alexandre Riabko) è il sentimento, l’ascolto dell’altro, l’amore, l’amicizia, la profondità. È un passo a due maschile. Neumeier lo coreografò anni fa come regalo di compleanno per i 70 anni dell’amico e collega Maurice Béjart. È il Roberto più nascosto, quello che tutti però vorrebbero avere l’opportunità di conoscere. E’ la bellezza dell’amicizia e un pezzo su musica di Simon & Granfunkel che sono felice essere riuscita ad avere nel film.

Clip dal film. Opus 100 a Verona e Pompei. 

Romeo e Giulietta (di Kenneth MacMillan, 1965. Primo interprete di Romeo, Rudolf Nureyev. Roberto danza con Melissa Hamilton) è la forza dei sentimenti, la bellezza del primo amore. Il Roberto che sostiene con affetto le persone con cui balla. L’amore in sé. È il balletto perfetto per l’Arena di Verona e crea un’unione tra Roberto e Nureyev, artista di riferimento di Roberto da quando è un bambino.

    Romeo e Giulietta. Foto Francesco Squeglia

Carmen (di Roland Petit, 1949, con Nicoletta Manni) è la sensualità, l’erotismo, la competizione, la seduzione. Roland Petit ha spronato negli anni Roberto verso la messa in scena dell’erotismo. E Roberto ora, attraverso Carmen, seduce la sua partner e il suo pubblico. Perché la sensualità è parte della vita e la danza è magistrale a farne sentire il brivido.

Carmen. Foto Luciano Romano. 

Apollo (di George Balanchine, 1928, con Melissa Hamilton). E’ la bellezza neoclassica, è il lato apollineo della danza e della vita. Nel passo a due scelto dal balletto, Apollo balla con la sua musa prediletta, Tersicore, musa della danza. È l’esaltazione della danza in sé, ma anche di come si impara a diventare dio (nel balletto Apollo è appena nato, velocemente apprende cosa comporti diventare un dio). È il balletto del Novecento che insieme alla musica di Stravinskij diventa l’emblema del neoclassico, perché rinnova il vecchio balletto ottocentesco con nitidezza spettacolare, eliminando gli orpelli estetici della vecchia scuola. E Roberto è il dio della danza dei nostri tempi.

Apollon Musagète. Foto Luciano Romano. 

Canon in D. (di Jiři Bubenicek, 2007. Interpreti nel film Roberto, Jiři, Alexandre Riabko). Sono tre angeli che danzano insieme, è il soffio dello spirito, ma è anche il confronto tra individualità diverse che diventano tutt’uno grazie alla danza. E’ la ricerca dell’unità nella differenza.

Frame dal film. Roberto dietro le quinte in Canon. 

Prototype (di Massimiliano Volpini, 2013). Un assolo multimediale nato per raccontare chi è Roberto Bolle. Un percorso che parte dalla progettazione del ballerino perfetto, una sorta di cyborg, che, attraverso i vari ruoli interpretati dal ballerino italiano nella sua carriera, diventa un essere umano. È il percorso di chi, per essere un grande ballerino classico, deve abbandonare agli inizi la spontaneità del movimento per aderire, non senza difficoltà, al vocabolario pieno di regole e di passi codificati del balletto. La costrizione del codice porterà però alla nascita di una nuova naturalezza nel movimento, facendo sì che il ballerino, a forza di sfide anche con se stesso, dia volto ai personaggi che interpreta con umanità rivelandosi al proprio pubblico. Nel film è utilizzato per aprire il discorso sul corpo e la tecnica.

Frame dal film. Roberto Bolle in Prototype. 

Passage (di Marco Pelle. Utilizzato nei frame finali del film) è una metafora della vita e della ricerca di se stesso. E’ il Bolle drammatico, che vuole trovare la propria strada. Un pezzo che ha avuto molto e meritata fortuna.

Frame dal film. Roberto Bolle in aeroporto durante un viaggio della tourneé. 

Molti mi chiedono se il film tornerà nelle sale, se andrà in tv, se uscirà il DVD. Tutte le possibilità sono aperte. Appena ce ne sarà certezza a Classica, lo metterò sul mio blog. Nel frattempo ringrazio tutti quelli che hanno creduto e lavorato nel film, Roberto Bolle, Piero Maranghi, direttore di Classica HD, Classica HD, Artedanza srl, Nexo Digital, il Torino Film Festival, i miei collaboratori, Krishna Agazzi (direttore della fotografia), Aline Hervé (montatrice), Claudia Rossi (aiuto regista), la produttrice esecutiva Raffaella Milazzo, tutta la troupe che era con me nel 2015, Proxima di Milano, con Alberto Fusco e Davide Lo Vetro per la postproduzione video, Paolo Piccardo per la postproduzione audio, Francesco Pini, musicista italiano che vive a New York e che per il film ha scritto in una notte la canzone “It’s your time”, inedito nato per la scena in albergo (vedi clip).

Clip. Roberto in albergo su “It’s your time” written and performed by Francesco Pini. 

Per la partecipazione un grazie speciale ai Friends, Nicoletta Manni, del Teatro alla Scala, Melissa Hamilton, Eric Underwood, Matthew Golding del Royal Ballet di Londra, i gemelli Jiři e Otto Bubeníček, rispettivamente del Semperoper Ballet di Dresda e dell’Hamburg Ballett, Anna Tsygankova del Dutch National Ballet di Amsterdam, Maria Kochetkova e Joan Boada del San Francisco Ballet, Alexandre Riabko dell’Hamburg Ballett, Massimiliano Volpini, coreografo, Valerio Tiberi, disegnatore luci, Andrea Piermattei, ballerino scaligero e maître del tour, Emanuela Bolle e Pamela Maffioli.

Grazie infine alle tante persone che hanno dedicato spazio al film in testate web e cartacee, programmi televisivi e radiofonici, in particolare Maria Luisa Buzzi, Silvia Poletti, Sergio Trombetta, Claudia Allasia, Valentina Bonelli, Aurora Marsotto. E tutti gli amici, colleghi, familiari, conoscenti, appassionati di danza e neofiti spettatori che hanno sostenuto e amato con me il progetto.

I Friends. Foto Luciano Romano. 

10 link dalla rassegna stampa. 

La Stampa. Sergio Trombetta. Passi a due nella Grande bellezza.

Repubblica Torino. Claudia Allasia. Bolle superstar sullo schermo del Torino Film Festival.

Repubblica. Arianna Finos. Vita d’étoile nelle sale. “Per una danza libera dal recinto dell’élite”

MYmovies. Marzia Gandolfi. Roberto Bolle – L’arte della danza (2016)

Movieplayer. Valentina Ariete. La recensione di Roberto Bolle -L’arte della danza

Il manifesto. Fabio Vittorini. Roberto Bolle, un corpo al centro dello sguardo.

Fred Italian Channel. Angela Prudenzi intervista Francesca Pedroni

La Provincia. Carla Tocchetti. Francesca Pedroni. La regista delle Ètoile.

Words in Freedom. Silvia Poletti. Roberto Bolle, il film. La regista Francesca Pedroni ci racconta i misteri di un divo.

2 thoughts on “In prima persona, il film su Bolle

  1. Che magone!!! Mi intrufolerei volentieri nei sottoscala della fondazione oggi stesso e ricomincerei tutto!!! Che momento di grazia nel lavoro e nel amicizia!
    Grazie per la fiducia, grazie per gli input costanti e la tua testardaggine per fare le cose come si devono per la danza!
    Un abbraccio forte anche a tutti gli altri collaboratori,
    aline

    • Settimane meravigliose quelle passate insieme in fondazione al montaggio, grande collaborazione, fiducia reciproca, testarde tutte e due fino alla fine! Anch’io ci tornerei insieme a te per tanti e tanti altri progetti. Quando un lavoro lascia in eredità anche una grande amicizia vuol dire, qualsiasi risultato si sia raggiunto, che ha avuto un’anima. Un grande abbraccio, cara aline.

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